Notizie

Conferenza delle Regioni, nel corso dell’incontro con il commissario europeo Fitto la presidente Proietti ha chiesto “un ruolo più incisivo delle Regioni nel rapporto con l’Europa, puntando ad ottenere più semplificazioni e meno burocrazia”

Perugia, 18 dicembre 2025 – Nella sede della Conferenza delle Regioni a Roma si è svolto l’incontro con il vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario europeo per la politica regionale e di coesione Raffaele Fitto sui temi della riforma della politica di coesione.

  È stata l’occasione per fare il punto sulle risorse europee da destinare nella nuova programmazione 2028-2034.

  La presidente della Regione Stefania Proietti ha rappresentato la posizione dell’Umbria per “la non riproposizione del modello Pnrr, con un ruolo più forte e incisivo delle Regioni nel rapporto con l’Europa, puntando ad ottenere più semplificazioni e quindi meno burocrazia, e soprattutto rendendo più strutturale la revisione del mid term”.

  In particolare, durante la riunione, la presidente Proietti insieme ai colleghi ha ricordato che le Regioni sono favorevoli a nuove proposte e riforme riguardanti la semplificazione e la flessibilità degli strumenti della politica di coesione, nel rispetto dei principi fondanti della sussidiarietà e del partenariato, a garanzia di una governance multilivello e del riconoscimento del ruolo istituzionale e strategico delle Regioni.

  Nel corso dei lavori è stata espressa preoccupazione in merito al fatto che i Fondi della politica di coesione seguano il “metodo Pnrr”, anche perché ciò aprirebbe a una centralizzazione dei fondi, e sono stati illustrati timori riguardanti la tempistica di attuazione. Il metodo deve garantire flessibilità e assicurare agilità decisionale per le amministrazioni regionali, e non un ulteriore accentramento dei processi o un allungamento dei tempi di approvazione e revisione.

  Le Regioni hanno chiesto di poter decidere i target di propria competenza e declinare obiettivi e misure in coerenza con le specificità territoriali di ciascuno, in modo da rispondere ai reali fabbisogni, anche perché “la coesione ha l’obiettivo di ridurre i divari e di sostenere la competitività”, in primis delle aree meno sviluppate.

   Il tema delle risorse, secondo il commissario Fitto, è garantito, nel senso che la nuova impostazione del piano nazionale e regionale prevede “un importo complessivo di risorse che è esattamente la somma di quelle assegnate, tanto per la politica di coesione quanto per la politica agricola comune. C'è una nuova impostazione del bilancio e una nuova struttura, mentre il rischio che viene rappresentato di taglio delle risorse non è reale, poiché basta vedere l’entità di quelle assegnate sulla politica di coesione”.


Diritto allo studio, assessore Barcaioli: “Dal 2025-26 l’università diventa un privilegio”

Perugia, 18 dicembre 2025 – “Quello che sta accadendo sulle borse di studio universitarie è un atto di grave irresponsabilità politica, perché senza risorse strutturali si mette in discussione l’accesso stesso all’università per migliaia di ragazze e ragazzi”.
  Queste le parole dell’assessore all’Istruzione della Regione Umbria, Fabio Barcaioli, riguardo il futuro delle borse di studio universitarie, alla luce dei dati discussi in sede di X Commissione Stato-Regioni, dedicata all’istruzione, che delineano uno scenario allarmante a partire dal 2025-26. 
  I numeri non lasciano spazio a letture ottimistiche. Per l’anno accademico 2024/2025 il riparto complessivo ammonta a 881,8 milioni di euro, grazie anche ai 288 milioni di risorse Pnrr. Nel 2025/2026 il finanziamento scende a 707,8 milioni, con una riduzione di 174 milioni, e dal 2026/2027 il contributo del Pnrr verrà meno del tutto, aprendo una frattura profonda nella tenuta del sistema nazionale delle borse di studio.
  “Le Regioni hanno lanciato un allarme - aggiunge Barcaioli - perché senza un intervento dello Stato il diritto allo studio viene meno, con effetti immediati sulle carriere universitarie e sulle possibilità di futuro di chi non ha alle spalle famiglie facoltose”. Una situazione che, secondo l’assessore, non può essere affrontata con interventi temporanei né con fondi a scadenza, ma richiede una scelta politica esplicita e una programmazione stabile da parte del Governo e del Ministero dell’Università e della Ricerca.
  “Auspico che il Governo cambi rotta immediatamente - conclude l’assessore - poiché le ricadute per l’Umbria sarebbero particolarmente pesanti. Una regione che negli ultimi anni ha visto crescere il numero di studentesse e studenti idonei alle borse di studio e che ha investito sul diritto allo studio come leva di equità sociale rischia di trovarsi senza gli strumenti necessari a garantire pari opportunità. Senza risorse stabili, il sistema regionale non sarà in grado di assorbire l’impatto del venir meno dei fondi Pnrr, con il rischio di lasciare senza sostegno troppi studenti umbri, nonostante i requisiti di merito e reddito”.


Trasimeno, avviata la predisposizione del cantiere per il filtro di Montedoglio: 200 litri al secondo verso il lago da fine gennaio. Meloni: “Un lavoro di squadra, scientifico e strutturale per il futuro del Trasimeno”

Perugia, 18 dicembre 2025 – Avviata a Tuoro sul Trasimeno la predisposizione del cantiere per la messa in opera dell’impianto filtrante per l’adduzione dell’acqua da Montedoglio al lago Trasimeno. Lo ha annunciato questa mattina l’assessore regionale con delega ai Laghi, Simona Meloni, nel corso di un punto stampa tenuto presso il potabilizzatore di Tuoro.
  L’intervento, ha sottolineato Meloni, è frutto del lavoro del team tecnico attivato a partire da maggio 2025, che ha portato a una progettazione complessa basata su un approccio scientifico e sull’analisi puntuale delle caratteristiche delle acque. A esito di questo percorso è stata individuata la soluzione del filtro da 200 litri al secondo, che verrà installato nel sito di Tuoro e che rappresenta il primo punto di adduzione attivo dal sistema Montedoglio al Trasimeno in attesa dell’attivazione del sistema aggiuntivo al Paganico.
  “L’impianto filtrante è arrivato e oggi possiamo annunciare ufficialmente il via alla predisposizione del cantiere – ha dichiarato Meloni –. In questi mesi abbiamo lavorato intensamente, insieme al Commissario per l’emergenza idrica Nicola Dell’Acqua, agli uffici tecnici regionali, ad AFOR, all’Unione dei Comuni del Trasimeno, al Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Perugia e all’Ente acque umbre toscane. È stato un lavoro di squadra che oggi entra nella sua fase operativa”.
  L’attivazione del sistema richiederà opere edili e idrauliche necessarie all’installazione e al collegamento dell’impianto. Afor curerà la parte operativa dei lavori. Le attività preparatorie sono già in corso e l’obiettivo è aprire il rubinetto tra la fine di gennaio e i primi giorni di febbraio, garantendo un flusso continuo di 200 litri al secondo per tutto il 2026.
  “Abbiamo scelto di partire da questo punto di adduzione perché consente un risultato immediato e distribuito lungo tutto l’anno – ha spiegato l’assessore –. Parliamo di un apporto costante, mese per mese, fondamentale per la stabilità del lago”.
  Questo primo intervento non esaurisce il progetto complessivo di adduzione. Come più volte ricordato, il sistema è pensato per essere modulare e pluripunto. È infatti prevista una ulteriore fase di analisi sulle acque per l’attivazione di un secondo punto di adduzione in area Paganico, che potrà garantire una portata fino a 800 litri al secondo, nell’ambito dell’accordo di programma che prevede l’apertura stagionale da novembre ad aprile.
Parallelamente all’adduzione, prosegue il lavoro su più fronti per la tutela e la funzionalità del lago e del suo territorio. Entro metà gennaio partiranno i primi interventi su Isola Maggiore, con il ripristino dello scalo merci. È già confermato il finanziamento per il ripristino di un tratto del sentiero di San Francesco, danneggiato dalla frana dello scorso agosto, con avvio dei lavori previsto tra febbraio e marzo.
  Sul fronte delle darsene, sono stati sbloccati 1 milione e 780 mila euro: gli interventi prenderanno il via tra febbraio e marzo a San Feliciano (due darsene), per poi proseguire a Sant’Arcangelo darsena pescatori e successivamente la darsena Mancinelli.
Proseguono inoltre gli interventi sui fossi e canali, con diversi impegni di spesa già autorizzati nelle ultime settimane per lavori a Moiano, Paganico e Maranzano, finanziati con risorse regionali e PNRR, realizzati da Afor e dal Consorzio di Bonifica Valdichiana.
Resta centrale anche il tema dei dragaggi. "Con l’attuale livello del lago – tra i più bassi mai registrati – la draga tradizionale non è una soluzione praticabile nell’immediato – ha sottolineato Meloni –. Per questo ci siamo attivati nella ricerca di soluzioni e mezzi alternativi, anche di nuova generazione, presenti sul mercato. È un lavoro che stiamo portando avanti insieme alle associazioni e al gruppo tecnico, guardando anche al 2026”
   “Il Trasimeno – ha concluso l’assessore – è il quarto lago d’Italia e torna oggi al centro di una strategia strutturata. L’adduzione dell’acqua è una risposta concreta a un’emergenza storica, ma soprattutto è il segno di un cambio di metodo: visione, competenze, rete istituzionale e interventi coordinati per il futuro di questo territorio.


Digitale, vicepresidente Bori porta il modello umbro della piattaforma Fintech all’assemblea dell’Associazione nazionale finanziarie regionali

Perugia, 18 novembre 2025 – In Umbria sta prendendo forma un progetto che segna un cambio di paradigma nel modo di governare l’economia pubblica attraverso un’iniziativa che unisce innovazione tecnologica e visione istituzionale, con l’obiettivo di rendere la pubblica amministrazione più efficiente, più giusta e più vicina al sistema produttivo: lo ha detto il vicepresidente della Regione Umbria, con delega al Digitale, Tommaso Bori, intervenendo oggi a Roma all’assemblea Anfir (Associazione Nazionale Finanziarie Regionali) presso la sede Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.
  All’incontro, durante il quale la vicedirettrice di Gepafin con delega all’innovazione Cecilia Moretti, in qualità di coordinatrice della commissione digitalizzazione in ANFIR, ha presentato i progetti della commissione riguardo al digitale e all'intelligenza artificiale, erano presenti il Presidente di Gepafin Carmelo Campagna in veste di vicepresidente di ANFIR, il Presidente Cnel, Renato Brunetta, il Presidente ANFIR, Michele Vietti, Massimiliano Maselli, assessore all’Inclusione sociale e Servizi alla persona della Regione Lazio, Roberta Angelilli, Vicepresidente Regione Lazio. 
  “Ringrazio il presidente ANFIR, Michele Vietti, per averci dato l’opportunità di trovarci qui a presentare il progetto Digital Twin della Regione Umbria – ha detto Bori intervenuto anche in qualità di presidente della Commissione per l’Innovazione tecnologica e digitalizzazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome -   Nella nostra regione siamo partiti da un problema concreto che è quello della necessità di liquidità che affligge molte aziende e attività economiche.  Catene di crediti e debiti, spesso lunghe e complesse, rallentano i pagamenti e mettono in difficoltà imprese e fornitori. Per affrontare questa criticità, la partecipata Gepafin ha sviluppato una piattaforma fintech basata sulla compensazione multilaterale. Ovvero, un sistema capace di leggere l’intera rete delle relazioni economiche e di ottimizzare i flussi finanziari, riducendo i movimenti di denaro allo stretto necessario. È stato quindi creato un modello che può diventare un riferimento a livello nazionale e che dimostra come il digitale, se guidato da una visione pubblica forte e dal rispetto dei diritti dei cittadini, possa essere uno strumento concreto di sviluppo e coesione territoriale”.
  Bori ha quindi evidenziato che “una volta compresa la potenzialità della piattaforma, abbiamo deciso di applicare la stessa logica all’intero ecosistema pubblico regionale, quindi per la Regione, le società partecipate e il sistema sanitario”. 
   Da qui nasce il cuore del progetto: le relazioni finanziarie non vengono utilizzate solo per sbloccare la liquidità, ma anche per creare analisi economiche dinamiche, continuamente aggiornate, che consentono non solo di osservare i flussi economici, ma di simulare scenari, anticipare criticità e supportare decisioni più efficaci. 
  Un cambio di paradigma notevole che disegna un gemello digitale del territorio permettendo il passaggio da una governance che interviene solo una volta che i problemi si sono manifestati, a una in grado di prevenirli: “un progetto di questa portata – ha proseguito -  richiede ovviamente massima attenzione a sicurezza e privacy, per questo i dati sensibili non lasciano mai i sistemi delle imprese e vengono completamente anonimizzati attraverso processi crittografici avanzati, nel pieno rispetto delle normative sulla tutela dei dati personali”. 
  “Questo percorso – ha concluso Bori - è graduale e strutturato ma permetterà una mappatura del sistema, l’arricchimento progressivo del modello e, infine, la regolazione dei pagamenti aumentando i flussi di liquidità sia a livello pubblico che privato. I benefici del progetto sono chiari: pagamenti più puntuali, maggiore liquidità per le imprese, un sistema economico più solido e una pubblica amministrazione più efficiente e trasparente. In sintesi, quello che stiamo costruendo in Umbria e che vedrà la luce nei primi mesi del 2026, va oltre il mero progetto tecnologico. È una nuova visione della governance pubblica, basata sui dati, sulla responsabilità e sull’innovazione”.


La salute mentale al centro del nuovo Piano socio sanitario: Proietti, "due giornate dedicate all’ascolto, ora la programmazione diventa azione concreta e condivisa"

(aun) – Perugia 18 dic. 025 - Le giornate del 15 e 16 dicembre organizzate dalla Direzione Salute e Welfare della Regione Umbria per accendere una luce sul mondo della salute mentale, hanno visto la partecipazione di oltre 250 soggetti alle sedute plenarie - tra esperti, operatori, istituzioni e associazioni – e 150 iscritti ai 9 tavoli tematici ospitati nei palazzi istituzionali del centro storico di Perugia. Un risultato di pubblico importante che avvalora ancora di più il senso del segnale concreto che la Regione vuole lanciare: ovvero, “dare più forza alle persone, più sostegno alle famiglie e più futuro al benessere delle comunità”.
  La Presidente della Regione, Stefania Proietti, ha espresso profonda soddisfazione per gli esiti dei lavori: “La salute mentale – ha detto la presidente – deve tornare al centro delle politiche sanitarie. Viviamo un momento molto delicato dal punto di vista della tenuta sociale e, in particolare i giovani, hanno bisogno di essere seguiti, ascoltati e supportati. Dobbiamo fermare questo trend che vede sempre di più in crescita il malessere nelle giovani generazioni, così come vanno sempre di più supportate le famiglie nel loro carico di cura.  A tal fine, le istituzioni devono fare la loro parte e fare rete insieme ai medici e agli operatori per non lasciare nessuno da solo.  Anche dal confronto degli esperti – ha aggiunto la presidente - è emerso chiaramente l'intento condiviso di evitare la frammentazione dei percorsi di cura, di prevenire i disagi e di mettere in rete protocolli e modelli per dare continuità e sostegno ai progetti messi in campo. L’insieme delle proposte emerse dai Tavoli tematici organizzati in questi giorni, costituiranno l’ossatura della fase di attuazione del nuovo Piano sociosanitario.  A lungo termine continueremo a mantenere un dialogo costante tra esperti, strutture, pazienti e associazioni, così come terremo conto di tutte le criticità emerse che se ora rappresentano un limite, diventano un’opportunità una volta trasformate in azioni concrete e condivise. Questa è la sfida che vogliamo affrontare con la nuova per la programmazione e insieme, ci riusciremo”. 
Per la Direttrice Daniela Donetti, “questi due giorni di confronto intenso e partecipato sono stati un momento di grande emozione. Abbiamo raccolto in modo corale la voce di chi vive la sofferenza mentale, dimostrando che la partecipazione dà un valore inestimabile alla programmazione. La sfida che ci attende è trasformare queste proposte in azioni concrete e condivise, per costruire un sistema sanitario e di welfare più equo, sostenibile e, soprattutto, più umano. La strada è segnata: questo confronto è solo il primo passo verso uno scambio continuo e virtuoso per il benessere del cittadino e della comunità. Desidero ringraziare tutti i partecipanti, attivi e motivati, come anche la Provincia di Perugia, il Comune e le Aziende ospedaliere per il loro contributo”.
Focus sui risultati dei tavoli: una programmazione condivisa e integrata
L'articolazione dei lavori in 9 tavoli tematici ha permesso di ottenere una visione dettagliata e operativa delle sfide e delle opportunità connesse alla salute mentale. Le proposte emerse, frutto di un intenso confronto che qui si sintetizza in una rassegna non esaustiva della vastità di contributi scaturiti dai lavori, andranno a contribuire alla definizione le linee d'azione concrete del prossimo Piano socio-sanitario Regionale per una sanità basata sulla centralità della persona e sui determinanti sociali della salute. 
Il tavolo Doppia diagnosi e nuove dipendenze ha evidenziato l'urgenza di definire un modello strutturato di presa in carico integrata, con la definizione di criteri di complessità e intensità e il rafforzamento della regia territoriale, in linea con il DM 77/2022 e il concetto di budget di salute.
Il tavolo Dna e connessioni con altri servizi (disturbi della nutrizione e dell'alimentazione) ha chiesto la continuità delle cure e l'uniformità di accesso, sottolineando la necessità di personale stabilizzato e potenziato e una forte collaborazione con le associazioni del terzo settore.
Sul fronte della programmazione della complessità, il tavolo Il progetto di vita e il budget di salute ha stabilito che è cruciale definire percorsi precisi per l'utilizzo del budget di salute, costruire servizi flessibili e ampliare i criteri di accreditamento a nuovi modelli di assistenza. Il tavolo ha inoltre richiesto una formazione comune e trasversale su modelli di tipo bio-psico-sociale-culturale.
Riguardo la prevenzione, il tavolo Prevenzione e collegamento con i servizi di secondo livello, gestione della transizione ha enfatizzato l'importanza di professionisti specializzati come figure di congiunzione tra prevenzione e cura, e tra infanzia, adolescenza ed età adulta. Ha inoltre ribadito la necessità di un reparto di degenza per la neuropsichiatria infantile e una riflessione sulla figura dello psicologo di base.
Il tavolo Prevenzione suicidio e protocolli conseguenti ha prodotto risultati dettagliati per affrontare la complessità del tema: tra le proposte, figurano l'adozione regionale di un protocollo unificato di valutazione del rischio suicidario, lo sviluppo di un programma strutturato di supporto (postvention) e l'attivazione di percorsi di formazione per “gatekeepers” anche in contesti extra-sanitari. Ha previsto anche lo sviluppo di programmi specifici per il benessere di anziani e giovani.
Sull'area penitenziaria, il tavolo Salute mentale carcere, autori di reato Rems e percorsi alternativi ha posto la priorità sull'istituzione di una U.O. psichiatria forense, la creazione di un tavolo permanente con l'Autorità giudiziaria e l'implementazione di una rete territoriale di strutture dedicate per progetti alternativi e l’istituzione delle Rems (Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza).
Il tavolo Integrazione ospedale Spdc – territorio ha stabilito che la continuità assistenziale passa per la strutturazione del passaggio tra ospedale (Spdc – Servizio psichiatrico diagnosi e cura) e territorio, chiedendo di pianificare la dimissione in modo condiviso fin dalle prime fasi del ricovero, standardizzando la comunicazione clinico-organizzativa e definendo percorsi dedicati per la gestione dei ricoveri complessi e prolungati.
Il tavolo Il benessere dei giovani ha ribadito la necessità di superare la disomogeneità e la frammentazione con un modello co-progettato, basato su evidenze, flessibile e leggibile, e ha chiesto l'istituzione di un tavolo di lavoro regionale multidisciplinare e l'attivazione di una formazione specifica, focalizzandosi sull'intercettazione precoce e la presa in carico proattiva.
Infine, il tavolo Integrazione socio sanitaria: la comunità esperta ha concluso sull'importanza di omogeneizzare le modalità organizzative e i criteri di accesso ai servizi regionali, promuovendo una formazione congiunta tra istituzioni e terzo settore per uniformare i linguaggi sull’applicazione del progetto di vita e del budget di salute.
Le proposte comuni per un impegno strutturale - Dai Tavoli è emersa la richiesta di attivare gruppi di lavoro regionali permanenti, nonché la sperimentazione di modelli organizzativi pilota, definizione delle reti, dei luoghi di cura e dei percorsi integrati, garanzia di professionisti qualificati in numero adeguato, strutturazione del Progetto di vita e del Budget di salute, e promozione di una formazione specialistica multidimensionale. 
La Regione Umbria si è impegna ora a integrare tali risultati nel Piano socio-sanitario regionale. Questi importanti contributi, che rappresentano l'essenza di un percorso partecipativo di alto profilo, diventeranno a tutti gli effetti parte integrante del nuovo Piano socio-sanitario regionale.


Giove, dalla Regione 160mila euro per la messa in sicurezza della viabilità a ridosso del centro storico. De Rebotti: “Intervento fondamentale per tutelare cittadini e infrastrutture urbane”

Perugia, 18 dicembre 2025 – Nell’ambito degli interventi programmati dalla Regione Umbria per la sicurezza del territorio e la manutenzione delle infrastrutture viarie, la giunta regionale ha assegnato al Comune di Giove un finanziamento di 160mila euro a valere sulla Legge 145/2018 per la messa in sicurezza della viabilità prossima al centro storico.
   L’intervento, del valore complessivo di 200mila euro – di cui 40mila cofinanziati con fondi propri dal Comune – riguarda il consolidamento di un tratto stradale di via Adige, a ridosso del centro storico. In particolare, il progetto prevede la realizzazione di muri in cemento armato e la sistemazione dell’area interposta tra via Adige e via Tirreno, attualmente caratterizzata da notevoli dislivelli rispetto alle carreggiate stradali e dalla mancanza di adeguate protezioni, con conseguenti rischi per la sicurezza della circolazione veicolare.
   “Si tratta di un intervento importante e necessario – sottolinea l’assessore regionale Francesco De Rebotti – che risponde a un’esigenza concreta di messa in sicurezza di un’area sensibile del centro abitato. Investire sulla stabilità delle infrastrutture viarie significa tutelare l’incolumità dei cittadini e garantire una maggiore qualità urbana, soprattutto nei piccoli comuni e nei centri storici, che rappresentano una risorsa preziosa del nostro territorio. Con questo finanziamento la Regione conferma l’attenzione verso interventi mirati e strutturali, capaci di prevenire criticità e migliorare la vivibilità dei borghi”.
   Soddisfazione viene espressa anche dall’amministrazione comunale. “Siamo molto soddisfatti del finanziamento ottenuto dalla Regione Umbria, alla quale va il nostro ringraziamento – dichiara il vicesindaco di Giove Pierluigi Moriconi, con delega al patrimonio comunale e ai lavori pubblici –. La Regione ha condiviso e apprezzato l’importanza di questo intervento, che consentirà di eliminare una situazione di potenziale pericolo e di migliorare in modo significativo la sicurezza della viabilità a ridosso del centro storico, a beneficio dell’intera comunità”.


Altre informazioni dall'Ufficio stampa

Le altre news, il quindicinale AUN, il notiziario radiofonico, la rassegna stampa e i contatti sono sulle pagine dell'Ufficio stampa, alla voce Agenzia Umbria Notizie.