Notizie
Tre progetti per aumentare la democratizzazione del patrimonio culturale

La Cloud del Patrimonio Culturale - o Cloud Collaborativo Europeo per il Patrimonio Culturale (ECCCH) - è un’iniziativa dell’Unione Europea per collegare ricercatori e professionisti del patrimonio culturale europeo attraverso un’infrastruttura digitale. L’obiettivo principale è l’agevolazione delle organizzazioni di ricerca e le istituzioni del patrimonio culturale ad utilizzare strumenti digitali in modo interconnesso, armonizzato e informato, per affrontare con successo le sfide che la transizione digitale pone al settore e coglierne le opportunità. Per costruire l’infrastruttura Cloud e i suoi strumenti, i progetti di Horizon Europe selezionati nell’ambito della prima call for proposals sono ora in corso. Il progetto ECHOES costruirà la piattaforma, mentre altri due progetti inizieranno a sviluppare strumenti per la Cloud, in stretta collaborazione con ECHOES. In particolare, ECHOES ha l’obiettivo di creare il Cloud Collaborativo Europeo per il Patrimonio Culturale (ECCCH) per consentire ai professionisti e ricercatori del patrimonio di accedere a dati, risorse scientifiche innovative e strumenti digitali avanzati. Con un finanziamento da parte dell’UE di oltre 23 milioni di euro, il progetto ha preso avvio a giugno 2024 e durerà 5 anni, consentendo non solo la digitalizzazione del patrimonio, ma anche creazione di un ambiente digitale per l’analisi collaborativa degli oggetti del patrimonio, sia tangibili che intangibili. Inoltre, questa piattaforma si basa sui principi di apertura e democrazia nell’accesso alla conoscenza e alla sostenibilità.

Il secondo progetto, TEXTaiLES, ha il fine di definire la digitalizzazione dei tessuti del patrimonio culturale utilizzando strumenti basati sull’IA, creando un protocollo standardizzato. Il progetto avrà durata triennale e conta di un finanziamento europeo di oltre 3 milioni di euro. Avvalendosi di pratiche passate e presenti, mira a sviluppare strumenti che seguano l’intero iter di digitalizzazione dei tessuti, con metodi non distruttivi. Tramite l’IA e tecnologie all’avanguardia sarà anche possibile ricostruire eventuali frammenti mancanti di oggetti.

Il terzo piano di lavoro è AUTOMATA, coordinato dall’Università di Pisa, mira ad automatizzare la digitalizzazione di reperti archeologici utilizzando robotica e intelligenza artificiale (AI) per creare modelli 3D arricchiti con dati archeometrici. Il progetto di durata quinquennale aspira a democratizzare l’accesso alla digitalizzazione, supportare musei e istituzioni più piccole, e facilitare la condivisione della conoscenza tramite una piattaforma di crowdsourcing.