Inquinamento elettromagnetico
Il fenomeno definito "inquinamento elettromagnetico" è legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali, ad esempio il campo elettrico generato da un fulmine, ma prodotto da impianti utilizzati per il trasporto e la trasformazione dell'energia elettrica dalle centrali di produzione fino all'utilizzatore, nonché da tutti quei dispositivi il cui funzionamento è subordinato ad una alimentazione di rete elettrica.

La Regione Umbria si è dotata di un proprio quadro normativo di riferimento in materia di inquinamento elettromagnetico con l'approvazione della Legge regionale 14 giugno 2002, n. 9  «Tutela sanitaria e ambientale dall'esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici».

 

La Legge, dopo aver ripartito le competenze in materia tra le varie amministrazioni preposte al governo del territorio (Regione, Province e Comuni), e gli enti di vigilanza e controllo (A.S.L., ARPA), affronta gli aspetti connessi alle problematiche legate agli impianti di emissione di onde elettromagnetiche ed agli effetti da essi generati sull'uomo.

 

Con la sentenza 7 ottobre 2003, n. 307  la Corte Costituzionale ha trattato il ricorso, promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri, contro alcune disposizioni contenute nella legge regionale, abrogandone alcune.

 

In seguito a tale sentenza, la disciplina che stabilisce le modalità, i criteri ed i procedimenti amministrativi per la localizzazione ed al rilascio di autorizzazione per la realizzazione e la modifica degli impianti  non può essere emanata dalla Giunta Regionale ma richiede un nuovo atto del Consiglio Regionale.

 


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